Si può guarire dalla nevralgia del pudendo?

 


Nevralgia del pudendo: sintomi, cause, trattamenti e percorso di guarigione.

 

 

Video: anatomia del nervo pudendo?

Nevralgia del Pudendo: Guida Completa in 5 Fasi 2025

La nevralgia del pudendo è una sindrome dolorosa spesso sottovalutata. Colpisce il nervo pudendo, influenzando sensibilità, postura e qualità di vita. Questa guida aggiornata ti accompagna, passo dopo passo, attraverso 5 fasi essenziali: dal riconoscimento precoce alla prevenzione delle recidive. Tutti i contenuti sono pensati per essere accessibili anche a chi presenta neurodivergenze come ADHD o DSA.

La diagnosi precoce e il trattamento integrato aumentano esponenzialmente le possibilità di guarigione. Affidarsi a un team multidisciplinare migliora l’efficacia terapeutica e riduce il rischio di cronicizzazione.

  • Una storia di Maria, 52 anni: dopo mesi di dolore pelvico e tanti dubbi medici, ha ritrovato sollievo in 8 settimane con esercizi mirati e supporto osteopatico.

Fase 1: Valutazione multidisciplinare

Il percorso inizia raccogliendo tutti i dati clinici. Si analizzano: durata, intensità e localizzazione del dolore (ad es. zona perineale), attività quotidiane e qualità del sonno, abitudini posturali, precedenti traumi o chirurgie. Il medico applica i criteri di Nantes: tipico dolore da seduto, nessun deficit neurologico e sollievo con blocco anestetico locale.

In caso di dubbi diagnostici, è utile una risonanza magnetica o uno studio elettrofisiologico: questi (insieme al confronto multidisciplinare con neurofisiatra, fisioterapista, psicologo e ginecologo/urologo) evitano errori e aprono subito la strada giusta.

  • Checklist di preparazione alla visita:
    • Annota ogni sintomo nella settimana precedente
    • Porta elenco farmaci precedenti e trattamenti provati
    • Prepara domande sugli effetti del dolore nella tua vita

Domanda frequente: “Come si distingue la nevralgia del pudendo da una semplice sciatalgia?”
Risposta: Il dolore da nevralgia del pudendo peggiora stando seduti, mentre la sciatalgia spesso migliora; l’esame neurologico è fondamentale.

Fase 2: Terapia manuale osteopatica

L’osteopata lavora sulle tensioni miofasciali del pavimento pelvico e zone limitrofe (sacro, lombare) riducendo le aderenze e normalizzando la postura pelvica. Le tecniche viscerali migliorano il ritorno venoso e linfatico, decrementando l’infiammazione.

In parallelo, il paziente apprende esercizi di contrazione/rilascio guidati e respirazione diaframmatica. Si consiglia anche una seduta ergonomica (cuscino antidecubito, supporto lombare) e l’alternanza tra posizioni. I risultati migliori si ottengono associando sedute di educazione posturale. 

Fase 3: Farmaci e blocchi neurogeni

Per i casi di dolore intenso si associano farmaci come gabapentin, pregabalin, antidepressivi triciclici (amitriptilina) o SNRI. Questi riducono la sensibilizzazione periferica e facilitano il sonno. Il blocco anestetico del nervo pudendo (tecnica ecoguidata) garantisce un sollievo mirato e immediato, oltre a confermare la genesi neuropatica.

Le tecniche di radiofrequenza pulsata, invece, consentono di desensibilizzare il nervo per qualche settimana senza danni strutturali. Questo permette di lavorare con maggiore comfort su ciclo riabilitativo e esercizi specifici.

  • Domanda frequente: “Quanto dura l’effetto del blocco nerveo?”
    Risposta: Da qualche giorno a diverse settimane, a seconda della risposta individuale e dell’associazione con le altre terapie.

Fase 4: Neuromodulazione e chirurgia

Nei casi refrattari si valuta la neuromodulazione sacrale o periferica: piccoli impulsi elettrici permettono di desensibilizzare il nervo pudendo e ridurre la cronicizzazione. La chirurgia di decompressione (metodi transgluteo, transperineale o laparoscopico) viene proposta solo se il blocco e la neuromodulazione non bastano.

Ogni caso chirurgico deve essere valutato da una équipe esperta e proposto dopo sicuro quadro diagnostico. Gli obiettivi: eliminare intrappolamento nervoso e ripristinare mobilità naturale, minimizzando i rischi.

  • Esempio pratico: In Italia il ricorso alla neuromodulazione è riservato ai casi “difficili”; la maggior parte migliora con terapia integrata.

Fase 5: Monitoraggio e prevenzione recidive

Il follow-up è cruciale: ogni 4-8 settimane rivaluta il percorso, aggiusta esercizi e dosaggi, integra nuovi supporti (sedute ergonomiche, attività a basso impatto). Il diario dei sintomi aiuta paziente e terapeuta: annota intensità, durata dolore, farmaci utilizzati e impatto sulla routine.

Recensioni pazienti nevralgia del pudendo

“Grazie al percorso in 5 fasi con l’osteopata, ho finalmente trovato sollievo dal dolore pelvico. Consigliatissimo!”
— Laura R.

“Le tecniche manuali e il supporto continuo hanno cambiato la mia vita. Professionalità e competenza eccellente.”
— Marco T.

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Domande frequenti sulla nevralgia del pudendo

  • Quanto tempo serve per vedere i risultati? Dai 4 ai 12 settimane, variabile secondo gravità e costanza.
  • La chirurgia è indispensabile? Solo per casi refrattari; la maggioranza trova beneficio con terapia integrata.
  • Posso lavorare o fare sport? Sì, con le giuste modifiche posturali e pause frequenti.
  • Serve un diario sintomi? Sì, migliora monitoraggio e personalizzazione.

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