VISITA OSTEOPATICA

COME SI SVOLGE LA VISITA OSTEOPATICA

VISITA OSTEOPATICA

Se il paziente ha effettivamente bisogno di un intervento osteopatico, si procederà con una visita anamnestica presso il mio studio, durante la quale il paziente potrà esporre la propria storia e il suo percorso. Dovrà portare referti e valutazioni mediche per avere un quadro completo del percorso diagnostico, strumentale e terapeutico svolto.

Anamnesi Dettagliata

La prima fase della visita osteopatica prevede una raccolta dettagliata della storia clinica del paziente, conosciuta come anamnesi (1). Durante questa fase, il paziente è invitato a descrivere nel dettaglio i sintomi attuali, la loro evoluzione nel tempo e gli eventuali trattamenti già effettuati. Informazioni sulle condizioni mediche pregresse, interventi chirurgici, traumi fisici e uso di farmaci sono essenziali per costruire un quadro completo. Questo momento iniziale è fondamentale non solo per raccogliere dati, ma anche per instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione tra il paziente e l’osteopata (2).

Portare Referti e Valutazioni Mediche

È cruciale che il paziente porti con sé tutti i referti medici e le valutazioni strumentali precedenti, come radiografie, risonanze magnetiche e referti di altri specialisti (3). Questi documenti offrono una visione completa del percorso diagnostico e terapeutico già intrapreso e aiutano l’osteopata a comprendere meglio la situazione clinica (4). Un’analisi approfondita di questi referti può rivelare dettagli importanti, come anomalie strutturali o segni di patologie che potrebbero influenzare il trattamento osteopatico (5).

 

Analisi Posturale

La visita prosegue con un’analisi posturale del paziente, che avviene solitamente in abbigliamento intimo per permettere una valutazione accurata dell’intera struttura corporea (6). L’osteopata osserva la postura del paziente da diverse angolazioni per individuare eventuali adattamenti e compensi corporei (7). Questi adattamenti possono manifestarsi come deviazioni dalla normale simmetria del corpo, disallineamenti della colonna vertebrale o delle articolazioni, e squilibri muscolari (8). L’analisi posturale è fondamentale per identificare le aree di tensione e le disfunzioni somatiche che potrebbero contribuire ai sintomi del paziente (9).

Parametri Diagnostici della Disfunzione Somatica

In osteopatia, vengono analizzati quattro parametri principali per diagnosticare le disfunzioni somatiche: anormalità della trama tissutale, asimmetria, limitazione del movimento e dolorabilità (10). Questi parametri aiutano l’osteopata a identificare le aree problematiche e a determinare la causa dei sintomi.

Anormalità della Trama Tissutale

L’anormalità della trama tissutale si riferisce a cambiamenti nella consistenza e nella tensione dei tessuti corporei, come muscoli, tendini e fasce (11). L’osteopata utilizza le mani per palpazione, cercando aree con texture alterata, che possono essere più dure o più morbide del normale, rigonfie o infiammate (12). Queste anormalità possono indicare la presenza di tensioni, cicatrici, aderenze o infiammazioni. Identificare queste variazioni è essenziale per comprendere come i tessuti stiano rispondendo a stress meccanici o lesioni (13).

Asimmetria

L’asimmetria riguarda la disuguaglianza tra i lati opposti del corpo (14). Durante l’analisi posturale, l’osteopata verifica se ci sono differenze evidenti tra i due lati del corpo, come una spalla più alta dell’altra, un’anca più prominente o un bacino inclinato (15). L’asimmetria può essere il risultato di adattamenti corporei a lesioni o squilibri muscolari (16). Comprendere queste asimmetrie aiuta l’osteopata a sviluppare un piano di trattamento mirato per ristabilire l’equilibrio corporeo (17).

Limitazione del Movimento

La limitazione del movimento si riferisce alla riduzione della mobilità in una o più articolazioni (18). L’osteopata valuta la gamma di movimento delle articolazioni interessate attraverso test specifici, cercando di identificare quali movimenti sono ridotti o dolorosi (19). Questa limitazione può essere dovuta a contratture muscolari, rigidità articolare, infiammazioni o altre patologie. Ristabilire la normale mobilità è uno degli obiettivi principali del trattamento osteopatico, in quanto migliora la funzionalità e riduce il dolore (20).

Dolorabilità

La dolorabilità si riferisce alla sensazione di dolore o disagio che il paziente prova quando una specifica area del corpo viene palpata o mobilizzata (21). L’osteopata utilizza tecniche di palpazione per identificare le aree dolorose, che possono indicare infiammazioni, lesioni tissutali o disfunzioni somatiche (22). La valutazione della dolorabilità aiuta a localizzare con precisione le zone problematiche e a modulare il trattamento per ridurre il dolore e promuovere la guarigione (23).

Diagnosi Differenziale

Dopo aver analizzato i quattro parametri diagnostici, l’osteopata procede con una diagnosi differenziale (24). Questo processo consiste nel distinguere tra le varie possibili cause dei sintomi del paziente per identificare quella primaria (25). La diagnosi differenziale è essenziale perché la risoluzione duratura dei sintomi può avvenire solo trattando l’origine della disfunzione, piuttosto che limitarsi ad alleviare i sintomi superficiali (26). Una corretta diagnosi differenziale permette di personalizzare il trattamento, assicurando che venga indirizzato verso le cause fondamentali dei disturbi del paziente (27).

Conclusione della Prima Visita

Alla fine della prima visita, l’osteopata discute con il paziente i risultati dell’analisi, spiegando le possibili cause dei sintomi e proponendo un piano di trattamento personalizzato (28). Questo piano può includere manipolazioni osteopatiche, esercizi specifici, consigli posturali e indicazioni su eventuali cambiamenti nello stile di vita (29). L’obiettivo è non solo alleviare i sintomi, ma anche prevenire recidive e migliorare la qualità della vita del paziente attraverso un approccio olistico e integrato (30).

Bibliografia

  1. Fryer G. Integrating osteopathic approaches based on biopsychosocial principles into clinical practice. Int J Osteopath Med. 2008 Dec;11(4):153-9.
  2. Still AT. Philosophy of Osteopathy. Kirksville, MO: Hudson-Kimberly; 1899.
  3. Greenman PE. Principles of Manual Medicine. 3rd ed. Philadelphia: Lippincott Williams & Wilkins; 2003.
  4. Ward RC. Foundations for Osteopathic Medicine. 2nd ed. Baltimore: Lippincott Williams & Wilkins; 2003.
  5. Chaitow L, DeLany J. Clinical Application of Neuromuscular Techniques: The Lower Body. Volume 2. 2nd ed. Edinburgh: Churchill Livingstone; 2008.
  6. Kuchera ML, Kuchera WA. Osteopathic Principles in Practice. 2nd ed. Columbus, OH: Greyden Press; 1994.
  7. Eder S, Zuzan O, Rappensberger R, Benesch T, Benesch M, Sperner-Unterweger B. The efficacy of osteopathic treatment on psychosocial factors in patients with chronic non-specific back pain: A cluster-randomized trial. PLoS One. 2020 Feb 7;15(2)
  8. Licciardone JC, Gatchel RJ, King LN, Strunk RG. Osteopathic manual treatment for chronic low back pain: a randomized controlled trial. Spine (Phila Pa 1976). 2013 Feb 1;38(3):198-207.
  9. Tozzi P. Selected fascial aspects of osteopathic practice. J Bodyw Mov Ther. 2012 Oct;16(4):503-19.
  10. Fryer G. Teaching critical thinking in osteopathy – Integrating osteopathic approaches based on biopsychosocial principles into clinical practice. Int J Osteopath Med. 2008 Dec;11(4):153-9.
  11. Seffinger MA, King HH, Ward RC. Osteopathic philosophy. In: Ward RC, editor. Foundations for Osteopathic Medicine. 2nd ed. Baltimore: Lippincott Williams & Wilkins; 2003. p. 3-12.
  12. Ward RC. Foundations for Osteopathic Medicine. 2nd ed. Baltimore: Lippincott Williams & Wilkins; 2003.
  13. Chaitow L, DeLany J. Clinical Application of Neuromuscular Techniques: The Lower Body. Volume 2. 2nd ed. Edinburgh: Churchill Livingstone; 2008.
  14. Kuchera ML, Kuchera WA. Osteopathic Principles in Practice. 2nd ed. Columbus, OH: Greyden Press; 1994.
  15. Greenman PE. Principles of Manual Medicine. 3rd ed. Philadelphia: Lippincott Williams & Wilkins; 2003.
  16. Eder S, Zuzan O, Rappensberger R, Benesch T, Benesch M, Sperner-Unterweger B. The efficacy of osteopathic treatment on psychosocial factors in patients with chronic non-specific back pain: A cluster-randomized trial. PLoS One. 2020 Feb 7;15(2)
  17. Fryer G. Integrating osteopathic approaches based on biopsychosocial principles into clinical practice. Int J Osteopath Med. 2008 Dec;11(4):153-9.
  18. Tozzi P. Selected fascial aspects of osteopathic practice. J Bodyw Mov Ther. 2012 Oct;16(4):503-19.
  19. Licciardone JC, Gatchel RJ, King LN, Strunk RG. Osteopathic manual treatment for chronic low back pain: a randomized controlled trial. Spine (Phila Pa 1976). 2013 Feb 1;38(3):198-207.
  20. Seffinger MA, King HH, Ward RC. Osteopathic philosophy. In: Ward RC, editor. Foundations for Osteopathic Medicine. 2nd ed. Baltimore: Lippincott Williams & Wilkins; 2003. p. 3-12.
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  22. Kuchera ML, Kuchera WA. Osteopathic Principles in Practice. 2nd ed. Columbus, OH: Greyden Press; 1994.
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  27. Eder S, Zuzan O, Rappensberger R, Benesch T, Benesch M, Sperner-Unterweger B. The efficacy of osteopathic treatment on psychosocial factors in patients with chronic non-specific back pain: A cluster-randomized trial. PLoS One. 2020 Feb 7;15(2)
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